Giovani e lavoro: tendenze e controtendenze
Giovani e lavoro: tendenze e controtendenze

Tema di forte interesse attuale, è quello dei giovani in relazione con il mondo del lavoro. L’ingresso di questi ultimi in tale ambito si è posticipato, ma l’aumento della scolarità non ha soltanto questo effetto, ma anche quello di cambiare le modalità di entrata nel mondo del lavoro.
L’elevata scolarizzazione crea aspettative di percorsi lavorativi più qualificati ma il sistema scolastico, in genere, (nel caso italiano, ad esempio, sono scarsi i tirocini, che anticipano l’esperienza lavorativa) non fornisce competenze immediatamente spendibili sul mondo del lavoro.
Attualmente, il modello di instabilità, assunzione limitata di responsabilità e lunga sperimentazione lavorativa, che si è ormai consolidato, configura una cultura specifica per i giovani, ma ha valenze differenti in diversi contesti sociali.
Giovani con bassa scolarizzazione
I giovani che abbandonano la scuola prima di conseguire un titolo di studio di scuola superiore, provenienti da famiglie prive di risorse protettive (piccole aziende da trasmettere ai figli, capitale sociale ect) tendono a rimanere in percorsi lavorativi precari a bassa professionalizzazione, nei quali oggi non c’è speranza di consolidare una carriera operativa stabile.
Giovani con medio-alta scolarizzazione
Mentre i ragazzi che conseguono un titolo di studio medio-alto (diploma o laurea) entrano in un mondo del lavoro che è più flessibile, instabile e competitivo. Il loro capitale culturale è alto, ma devono sempre aggiornarlo e convalidarlo con l’esperienza lavorativa. Accade di rado che si cerchi lavoro una volta sola, oppure che la ricerca sia breve e che i transiti siano automatici. Il lavoro dei giovani ad alta scolarità è spesso caratterizzato dal transito attraverso numerose esperienze che servono a costruire un curriculum con esiti che non sono scontati. Le risorse di conoscenza e di professionalità sono preziose per affrontare la crescente instabilità delle carriere lavorative, tanto è vero che chi le possiede raramente torna disoccupato, una volta superati trentacinque anni.
Le circostanze attuali
Si sta assistendo a un apparente paradosso, particolarmente vistoso in Italia, caratterizzato da coorti di giovani sempre più istruite, ma al contempo a un peggioramento delle condizioni di inserimento nel mercato del lavoro, che la recente crisi economica ha contribuito ad aggravare ulteriormente.
Fonti: Il lavoro, E. Miglione, E. Pugliese, Carocci, 2010
Occupazione e disoccupazione giovanile, ieri e oggi, F. Angeli, 2014, p.7